Mal di montagna?
Sapere cos’è ma, soprattutto, imparare a prevenirlo !
MAL DI MONTAGNA
Il mal di montagna è una condizione critica del proprio fisico, in particolari condizioni ambientali, durante un’escursione in montagna.
Chiunque ami ed affronti l’ambiente montano deve conoscerlo a fondo, ed imparare assolutamente ad evitarlo.
Approfondiremo quindi l’argomento nel dettaglio, andando per gradi ovvero:
Cos’è il mal di montagna
Sintomi e conseguenze
Come evitarlo
Come si cura
COS'E'
Il mal di montagna (AMS o Acute Mountain Sickness in inglese) è una condizione patologica a seguito dal mancato adattamento del corpo umano alle grandi altitudini, in particolare dovuta alla più bassa pressione atmosferica.
Compare in particolar modo dopo un’esposizione all’altissima quota, per tempi prolungati.
Essa determina una ridotta presenza di ossigeno nell’organismo generando, di conseguenza, uno stato di generale ipossia, invero un ridotto apporto di ossigeno ai tessuti.
Generalmente si verifica al di sopra dei 2.500 metri s.l.m.. Si tratta di una condizione minacciosa che, nei casi più gravi, se non tempestivamente e opportunamente trattata può anche essere letale.
SINTOMI E CONSEGUENZE
La cefalea, ovvero il mal di testa, è generalmente il primo sintomo del mal di montagna.
Quando compare in concomitanza dei seguenti sintomi:
Perdita di appetito, nausea o vomito
Fatica
Vertigini o senso di stordimento
Insonnia
Irritabilità
deve subito far insospettire la presenza della patologia.
L’edema polmonare da alta quota (HAPE acronimo inglese per High-altitude pulmonary edema) e l’edema cerebrale sono i più minacciosi tra questi sintomi, mentre emorragia retinale e edemi periferici sono forme più lievi del malessere.
I primi sintomi del mal di montagna comprendono malessere e debolezza, in particolare durante gli sforzi fisici.
Sintomi più severi sono cefalea, insonnia, battito cardiaco costantemente accelerato, nausea e talvolta vomito, in particolare nei bambini.
Sintomi estremi comprendono confusione mentale, psicosi, allucinazioni, sintomi derivanti dall’edema polmonare (fluidi nei polmoni) quali tosse persistente, e infine raptus, coma e morte.
COME EVITARLO
Innanzitutto è importante non salire mai troppo rapidamente in alta quota, ma in modo graduale.
Nel caso si avvertano i sintomi del mal di montagna è importante innanzitutto NON SALIRE ULTERIORMENTE DI QUOTA ma piuttosto rimanere alla quota raggiunta, finché non saranno scomparsi, per permettere cioè l’acclimatazione.
Solo a questo punto sarà possibile riprendere la salita senza mettere a rischio la propria incolumità.
Se l’escursione prevede una durata pi più giorni sarebbe consigliabile avere alcuni accortezze, ovvero:
- evitare assolutamente sforzi e affaticamenti nella fase di acclimatazione, anche se vi sentite in forma procedete al risparmio
- passare una notte almeno sotto i 3000 m
- una volta superati i 3000 metri, non si dovrebbe salire di più di 500 m di dislivello al giorno
- ogni 1000 m passare due notti alla stessa quota
La soluzione ideale sarebbe poi quella di dormire ad una quota inferiore, rispetto a punto massimo raggiunto durante il giorno.
Qualora non fosse possibile, il giorno dedicato alla sosta diventa fondamentale importanza.
Un’eventuale breve escursione a quote superiori con rientro al punto di partenza, durante la giornata di riposo, e sicuramente una buona strategia.
E da evitare qualunque cosa renda più difficoltosa o rallenti la respirazione, in particolare fare attenzione a:
- alcool
- sonniferi e medicinali
COME SI CURA
La terapia può essere, a seconda dei casi, a base di farmaci, ovvero:
- L‘acetazolamide (Diamox) è il farmaco più conosciuto ed usato nella prevenzione e cura del mal di montagna, e rappresenta il rimedio estremo, se non si sono seguite le dovute precauzioni, in particolare la salita graduale.
- Il Desametasone, in caso di edema polmonare o cerebrale
La base del trattamento poi del mal di montagna è rappresentata da :
- adeguato riposo
- molti liquidi e analgesici leggeri (aspirina, paracetamolo….)
- stazionamento in quota, meglio ancora la discesa che rappresenta sempre la soluzione più rapida ed efficace
- fino ad arrivare poi a rimedi estremi quali l’ossigeno e la camera iperbarica (anche nella versione portatile)

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